
Giappone e diritti trans, l’illegittimità della sterilizzazione
In Giappone diventa incostituzionale la sterilizzazione delle persone transgender come prerequisito per il riconoscimento ufficiale del cambio di genere.
Con una decisione storica, la Corte Suprema del Giappone ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di una disposizione legale, subentrata nel 2004, secondo cui le persone transgender erano obbligate a sottoporsi a un intervento chirurgico di sterilizzazione come prerequisito per cambiare legalmente il proprio genere. La norma è stata messa in discussione dopo che una donna transgender si è presentata di fronte alla Corte definendola un limite alla sua libertà e alla possibilità di essere felice.
Diverse organizzazioni internazionali, come la Corte Europea dei Diritti Umani, la World Professional Association for Transgender Health e le Nazioni Unite, hanno espresso la loro disapprovazione per la norma a causa della sua natura discriminatoria e della violazione dei diritti umani.
Il verdetto
Il verdetto ha ricevuto una calorosa accoglienza da parte dei gruppi per i diritti umani; tuttavia, i giudici hanno scelto di sottoporre una clausola specifica a un tribunale di grado inferiore per un ulteriore giudizio riguardo agli individui che cercano di cambiare sesso rendendo i propri genitali somiglianti a quelli del sesso opposto.
La querelante ha espresso la sua profonda sorpresa per la decisione inaspettata ma, attraverso una dichiarazione resa dai suoi rappresentanti legali, ha espresso il suo disappunto per il rinvio del verdetto sulla seconda clausola.
Alcuni legislatori e organizzazioni, dai valori conservatori, che difendono i diritti delle donne in Giappone, hanno espresso la loro preoccupazione poiché per la sentenza mette in discussione l’attuale legislazione e rischia di indebolire i diritti delle donne.
Le condizioni per il cambio di genere
In conformità con la legislazione giapponese, le persone che desiderano sottoporsi a un cambio di sesso devono ottenere una diagnosi di disforia di genere e soddisfare criteri specifici:
- raggiungimento di un’età minima di 18 anni;
- non essere sposato;
- non avere figli a carico;
- possedere organi genitali che presentano caratteristiche simili a quelle del sesso opposto;
- non possedere ghiandole riproduttive o subire una perdita permanente di tali ghiandole.
Secondo quanto riportato dai media, gli avvocati della querelante sostengono che i due prerequisiti sopra menzionati violino il diritto costituzionale della loro cliente, ledano il diritto di perseguire la felicità e condurre una vita senza discriminazioni e comportino notevoli sofferenze fisiche e difficoltà finanziarie per le persone transgender.
I diritti dei trans in Giappone continuano ad essere una questione controversa. Questo, nonostante il fatto che diversi paesi abbiano abolito le leggi che impongono procedure chirurgiche per consentire agli individui di effettuare legalmente la transizione di genere.
A cura di
Rachel Anne Andres Rialo