
La pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh
La regione del Nagorno-Karabakh è oggetto di contesa da ormai più di trent’anni tra l’Azerbaijan e l’Armenia. La nuova offensiva lanciata da Baku è stata definita dall’UE come “pulizia etnica”.
Il Nagorno-Karabakh è una regione attualmente oggetto di una disputa territoriale tra l’Azerbaijan, che ne mantiene de iure la sovranità, e la Repubblica dell’Artsakh, uno stato a maggioranza armena che ha dichiarato la propria indipendenza nel 1991.
Nel 2020, durante la seconda guerra per il controllo della regione, una parte significativa dell’Artsakh è passata sotto il controllo dell’Azerbaijan. Il cessate il fuoco è stato interrotto il 19 settembre scorso quando l’Azerbaijan ha attuato un raid militare, costringendo le forze della Repubblica dell’Artsakh al disarmo. 32 le vittime di questo raid e decine di migliaia gli armeni che sono stati costretti ad abbandonare le loro case.
La risposta dell’Unione Europea
L’Armenia ha richiesto all’Unione Europea di sanzionare l’Azerbaijan. La risposta dell’UE è stata duplice. In primis, lo stanziamento di 4,5 milioni di euro a sostegno della popolazione del Nagorno-Karabakh da parte della Commissione. In seguito, l’approvazione di una risoluzione del Parlamento Europeo che condanna le azioni dell’esercito azero e invita ad intraprendere le dovute contromisure. Seppur non vincolante, la risoluzione è importante in quanto porta maggiore attenzione internazionale a questo conflitto etnico troppo spesso rimasto indiscusso.
Nella risoluzione, i membri del Parlamento europeo hanno classificato la situazione attuale nella regione come una forma di pulizia etnica. I 27 Stati membri dell’Unione europea sono stati sollecitati a imporre sanzioni mirate agli individui all’interno del governo azerbaigiano responsabili delle violazioni dei diritti umani. La risoluzione affronta specificamente gli eventi innescati dall’attacco a sorpresa del 19 settembre nel Nagorno-Karabakh.
A questo, si aggiunge la richiesta di ridurre la dipendenza dell’UE dalle esportazioni di gas dall’Azerbaijan, diventato principale fornitore dell’UE dopo il deterioramento del conflitto in Ucraina. Infatti, nel 2022, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea aveva firmato un accordo di paternariato strategico con Baku per raddoppiare le importazioni di gas entro il 2027. Se l’Azerbaijan dovesse continuare le operazioni nella regione del Nagorno-Karabakh, il rischio è quello di una rottura totale delle relazioni bilaterali con l’UE, con conseguenze importanti per entrambe le parti coinvolte.
A cura di
Rachel Anne Andres Rialo