Grecia, Il centrodestra ha vinto le elezioni

Grecia, Il centrodestra ha vinto le elezioni

Maggio 23, 2023 0 di Andrea Bocchini

Il partito del primo ministro uscente Mitsotakis ottiene il 40% dei voti, ma per la maggioranza in parlamento occorrerà sicuramente un secondo turno di votazioni

Il partito greco di centrodestra, Nea Demoktratia, ha vinto le elezioni parlamentari nel Paese che si sono tenute domenica. A spoglio concluso, ha ottenuto circa il 40% dei voti. Nea Demokratia aveva già vinto le precedenti elezioni del 2019, esprimendo una maggioranza assoluta alla Camera con il loro primo ministro uscente, Kyriakos Mitsotakis.

Al secondo posto è arrivata Syriza, principale partito di sinistra, guidato dal leader Alexis Tsipras, primo ministro greco dal 2015 al 2019. La sinistra ha ottenuto circa il 20% dei voti, un risultato molto al di sotto delle aspettative e previsioni dei sondaggi. Mentre, PASOK, di centrosinistra si è attestato al 12%.

Con questi risultati è difficile che un partito o coalizione di partiti affini ottengano la maggioranza necessaria in parlamento. La legge elettorale greca prevede che la cittadinanza venga richiamata alle urne per un secondo turno di votazioni, con regole leggermente diverse. La nuova votazione, secondo il quotidiano greco Kathimerini, si terrà domenica 25 giugno.

Chi è il primo ministro Mitsotakis?

Mitsotakis appartiene ad una famiglia ricca e potente della Grecia. Durante il suo mandato da primo ministro è riuscito a far crescere l’economia del paese, facendolo riprendere dalla crisi economica iniziata una quindicina di anni fa. Nel 2023, la Commissione Europea ha stimato come l’economia greca crescerà del 2,4%, uno dei tassi più alti nell’Unione Europea.

Ma Mitsotakis si è anche guadagnato molte critiche per una riforma del mercato del lavoro che, secondo i sindacati, ha indebolito tutele e garanzia per molti lavoratori, in particolare per il trattamento disumano ed illegale nei confronti dei richiedenti asilo che arrivano dalla vicina Turchia, e per il deterioramento della libertà di stampa avvenuto negli ultimi anni.

Durante la campagna elettorale, Mitsotakis ha messo al centro l’economia, sottolineando i grandi risultati raggiunti negli ultimi anni, respingendo con forza le critiche mosse nei suoi confronti riguardo la gestione dell’immigrazione.

Al voto con una nuova legge elettorale

Per la prima volta, in Grecia, si è votato con una nuova legge elettorale che prevede una primo turno attraverso un proporzionale semplice, con cui si elegge la maggioranza dei parlamentari. Affinché un partito ottenga questa maggioranza, deve ottenere il 46% dei voti. Potrebbe bastare anche qualche punto in meno, se alcune delle forze politiche minori non superino la soglia di sbarramento, fissata al 3%.

Con questo meccanismo, nel secondo turno di votazione, se un partito riceverà una percentuale del 25% dei voti, avrà anche un bonus di 20 seggi, mentre i restanti 280 seggi saranno assegnati proporzionalmente. Dal 25% in poi dei voti, il bonus va ad aumentare, fino ad un massimo di ottenimento di 50 seggi. Questo significa che, per ottenere una maggioranza da solo il partito più votato deve raggiungere circa il 38%: più o meno quella ottenuta da Nea Demokratia al primo turno.

Cosa succede ora

Ora inizieranno una serie di trattative per cercare di formare un governo di coalizione che ottenga la fiducia: se questo però fosse un tentativo fallimentare, come prevedono i giornali locali, si terrà un secondo turno di votazione tra fine giugno e inizio luglio.

L’articolo 37 della Costituzione greca prevede che se la forza politica arrivata prima alle elezioni non ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi, il Capo dello Stato – Katerina Sakellaropoulou oggi – può dare al leader un mandato esplorativo per cercare di formare un esecutivo. Toccherà in questo caso a Mitsotakis cercare di formare un governo. Se il leader di Nea Demokratica non ci riuscirà, toccherà a Tsipras. E, in caso di nuovo fallimento, toccherà al leader di PASOK, Androulakis.

Ciascun mandato esplorativo durerà tre giorni, ma in caso di fallimento di tutti, la presidente chiederà la formazione di un governo provvisorio che raccolga il più ampio consenso possibile tra i partiti presenti in parlamento con l’obiettivo di arrivare al secondo turno delle elezioni. In questo secondo turno si voterà con sistema elettorale diverso dal proporzionale semplice di domenica.

Improbabile qualsiasi alleanza

La stampa greca dichiara che è improbabile che le consultazioni portino a qualcosa di concreto. Mitsotakis ha detto di aver ricevuto un mandato “forte e autonomo” per governare, confermando ciò che aveva anticipato prima delle votazioni, cioè che è improbabile che voglia unire le forze con qualsiasi altro partito per cercare di formare un esecutivo.

Il primo ministro punta quindi al secondo turno delle elezioni, con un proporzionale rafforzato che potrebbe dargli la possibilità di governare da solo: “I risultati sono stati più che chiari. I cittadini vogliono un governo forte con un mandato di quattro anni, per realizzare riforme audaci”.

Le alleanze non sono chiare. Mitsotakis potrebbe non allearsi con nessuno. Soluzione Greca (EL), partito di estrema destra, entrato nel parlamento nel 2019, erede di Alba Dorata possiede 16 seggi, con cui Nea Demokratia otterrebbe ampia maggioranza. Ma il leader di Soluzione Greca, Kyriakos Velopoulos, prima del voto di domenica, ha chiarito che non sarebbe entrato in coalizione con il primo ministro.

Improbabile anche un’alleanza tra Nea Demokratia e PASOK, i rapporti tra le due forze sono peggiorati dopo lo scandalo intercettazioni dello scorso anno, quando il leader socialista Androulakis aveva denunciato di essere stato intercettato per mesi dai servizi segreti greci, gli stessi che per scelta di Mitsotakis erano stati messi sotto il controllo diretto del primo ministro.

Per quanto riguarda la forza di sinistra, Syriza, il suo programma è idealmente vicino a quello di PASOK, ma le due forze non hanno buone relazioni poiché i due leader si accusano di continuo. Anche se fosse, una coalizione progressista, socialista e di sinistra non sarebbe sufficiente a raggiungere una maggioranza. E non si arriverebbe ad una maggioranza nemmeno se si unissero i comunisti del KKE.

La situazione rimane incerta, nessuno si unirebbe in coalizione con nessuno. La Grecia è pronta a riaprire le urne a fine giugno.  

a cura di
Andrea Bocchini

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