
Francia, Sarkozy condannato in appello a tre anni di carcere
L’ex presidente della Repubblica francese condannato in appello a tre anni di carcere nell’ambito del processo sullo scandalo delle intercettazioni. Non andrà in carcere, resterà agli arresti domiciliari, per lui il braccialetto elettronico
L’ex Capo di Stato francese, Nicolas Sarkozy è stato condannato a tre anni di carcere dalla Corte di Appello di Parigi, con un anno da scontare immediatamente agli arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico. Le accuse sono quelle di corruzione e traffico d’influenza nel caso delle intercettazioni, oramai noto come “écoutes Bismouth”.
Oramai 68enne, per Sarkozy, ma soprattutto per il paese, è una condanna senza precedenti. Mai nella storia della Francia un ex presidente della Repubblica è stato condannato al carcere. Nonostante però una pena detentiva effettiva, Sarkozy non finirà dietro le sbarre, poiché il tribunale ha precisato, nella sua sentenza, che può scontare la pena agli arresti domiciliari, con un braccialetto elettronico.
Nessuna dichiarazione, parla il suo avvocato
Ritiratosi oramai definitivamente dalla scena politica nel lontano 2016, ma ancora molto influente tra i conservatori francese, Sarkozy ha assistito alla lettura del verdetto con faccia seria, vestito di grigio, presso il Tribunale di Parigi. L’ex presidente della Repubblica francese si è poi allontanato senza rilasciare dichiarazioni.
Parole sono state rilasciate, invece, dal suo avvocato, Jacqueline Laffont, promettendo una battaglia legale: “Nicolas Sarkozy è innocente dei fatti di cui è accusato e intende continuare su questa strada. Noi lo seguiremo e lo sosterremo con forza. Ci presenteremo davanti alla Corte di Cassazione e, se necessario, andremo fino in fondo, per avere giustizia”.
Il caso intercettazioni
Nella famosa vicenda “écoutes Bismouth”, il caso intercettazioni, l’ex Capo di Stato francese è stato condannato in primo grado nel marzo 2021 a tre anni di reclusione, due dei quali esentati dall’adempimento, per un reato commesso nel 2014, due anno dopo aver lasciato l’Eliseo, quando, secondo la sentenza, ha usato la sua influenza per ottenere beneficio in un’altra causa.
Lo scorso dicembre, durante il processo d’appello, la Procura aveva richiesto una riduzione di quella pena, ma la Corte è stata più dura con Sarkozy. Due anni dopo aver lasciato la poltrona della presidenza, Sarkozy cercò di ottenere benefici giudiziari da un alto magistrato, Gilbert Azibert, cosa che venne alla luce dalle intercettazioni cui era soggetto durante un’altra inchiesta.
La sentenza fu dura perché, come spiegato in aula di tribunale, “ha beneficiato del suo status di ex presidente per ottenere un vantaggio personale”. La Corte di Appello parigina ha condannato anche gli altri due imputati: l’avvocato di Sarkozy, Thierry Herzog (tre anni di reclusione e tre anni di interdizione dall’esercizio della professione), e il magistrato Gilbert Azibert (stessa pena, con tre anni di privazione dei suo diritti civili).
Finanziamenti illeciti durante la campagna elettorale del 2007
Purtroppo, su Sarkozy pesa anche un presunto finanziamento illecito libico durante la campagna elettorale del 2007 che lo ha portato alla presidenza. L’ex presidente è infatti accusato di appropriazione indebita di fondi pubblici, corruzione passiva, finanziamento illecito di campagna elettorale e associazione a delinquere, reati per i quali la reclusione potrebbe aumentare a più di dieci anni.
L’Ufficio del Procuratore Finanziario Nazionale, la scorsa settimana, ha inviato a Sarkozy un mandato di comparizione per il finanziamento illecito della sua campagna elettorale del 2007, sostenuta da fondi del regime libico del dittatore Muhammar Gheddafi, morto il 20 ottobre 2011.
Non si prospetta un bel periodo per l’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy. In aula di tribunale dovrà rispondere di tutte le accuse mosse contro di lui.
a cura di
Andrea Bocchini