
Caro affitti, dietrofront del governo, ritirato emendamento
Si tratta dei 660 milioni di euro del Pnrr da sbloccare. Per evitare un rischio di inammissibilità, il governo Meloni ha annunciato di aver ritirato l’emendamento dal decreto della Pa. Il sindaco di Venezia: “Se ti fai fregare per un posto a 700 euro non meriti la laurea”, è subito polemica
Dietrofront del governo, l’emendamento dell’esecutivo Meloni al “decreto Pa” che avrebbe sbloccato 660 milioni di euro, previsti dal Pnrr, per gli alloggi degli studenti, è stato ritirato perché bocciato per estraneità di materia.
È quanto dichiarato dal presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Nazario Pagano (Forza Italia), che ha esaminato il decreto assieme alla commissione Lavoro. Il governo è corso, però, ai ripari, per evitare il rischio di inammissibilità, annunciando l’intenzione di depositare l’emendamento sul caro affitti in un altro decreto. Questo sarà presentato ed esaminato questa settimana dalla Commissione Affari costituzionali e Bilancio di Montecitorio.
Il Ministero dell’Università e della Ricerca tranquillizza tutti: “Nessuna retromarcia”, lo si legge in una notta. Sembrerebbe un pasticcio, ma il governo rassicura: “Resta assolutamente confermata la volontà di procedere con le risorse per l’housing universitario”. Passo falso, però, secondo le opposizioni che vanno subito all’attacco, mentre poche le reazioni degli studenti che, oramai da settimane stanno “alloggiando” fuori i rettorati delle diverse università italiane.
“Un’impensabile e clamorosa figuraccia del governo”, è quanto dichiarato da Francesco Silvestri, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera. “Tra l’altro, a rendere il tutto più ridicolo, c’è che quello del governo Meloni era un vero e proprio bluff visto che quelle annunciate e poi ritirate, non erano nuove risorse, ma quelle già previste nel Pnrr”, aggiunge Silvestri, accusando il governo di “scegliere di vivere di sola retorica”.
Dello stesso pensiero la vicepresidente del Pd, Chiara Gribaudo: “La propaganda della destra, come sempre, si sfalda alla prova dei fatti, quando c’è da essere concreti. La loro idea di Paese? Le donne a casa e gli studenti nelle tende”.
Polemica sulle dichiarazioni del sindaco di Venezia
Ad alimentare ancor di più la miccia, però, sono le dichiarazioni del primo cittadino di Venezia, Luigi Brugnaro che, agli studenti fuorisede che protestano per il caro affitti, risponde ricordando che lui, da universitario, andava a lavorare. Scattano subito le polemiche.
Senza mezze misura l’attacco di Brugnaro che ha raccontato un recente episodio che ha vissuto: “L’altro giorno viene un ragazzo da me e mi dice: “Io ho trovato un posto fisso a 700 euro. Per me son troppi”. La risposta a muso duro del sindaco è stata: “Tu non meriti di diventare laureato, perché se ti fai fregare 700 euro per un posto letto non meriti di diventare classe dirigente”.
Il sindaco veneziano non nega comunque il problema, riconoscendo “la segnalazione di un malessere” da parte del ragazzo. Ma sul suo compito di primo cittadino ammette di non avere soluzione immediate, anche perché secondo Brugnaro, molti di quelli che protestano non hanno nessuna intenzione di fare sacrifici: “Io potrei rispondere in maniera chiamiamola “fighetta”, dicendo che abbiamo proposto di fare gli ostelli, abbiamo progetti, ma al ragazzo che sta oggi protestando che gli dici? Lui vuole subito una risposta”.
“Io gli dico che una volta che hai segnalato il problema poi cerca di ragionare. Io andavo anche a lavorare durante l’università. Se vuoi fare la vita studiando e andare a bere lo spritz, dico che se te lo puoi permettere e fallo pure. Il modello dei campus americano è bellissimo. Ma il problema è che siamo in Italia, siamo un Paese che vive di lavoro. Io voglio cogliere la parte buona di questa protesta, ma dico ai ragazzi se è proprio questo ciò che volete, o volete l’autonomia. E l’autonomia è anche basarsi sul proprio lavoro”, ha infine aggiunto Brugnaro.
Parole che hanno suscitato tante polemiche. La questione caro affitti è al centro del dibattito mediatico del Paese. Il dietrofront del governo non lascia travisare nulla di buono. L’esecutivo, però, rassicura che l’emendamento verrà proposto in un altro decreto. Nel frattempo, sempre più studenti stanno alloggiando in tenda davanti alle loro università.
a cura di
Andrea Bocchini