Carlo III: i leader indigeni richiedono scuse formali

Carlo III: i leader indigeni richiedono scuse formali

Secondo quanto riportato dal Guardian, i leader indigeni del Commonwealth richiedono delle scuse formali e un riconoscimento, da parte del re, delle conseguenze della colonizzazione britannica.

Gli australiani si sono uniti ai leader indigeni e ai politici del Commonwealth per chiedere al re Carlo III di presentare scuse ufficiali. Queste devono riconoscere le conseguenze del colonialismo britannico. Inoltre, è stato chiesto di pagare un risarcimento disperdendo le ricchezze della corona britannica e di restituire manufatti e resti umani. I movimenti per la repubblica e per i risarcimenti di 12 nazioni hanno inviato una lettera a Carlo. Questa lettera chiede di iniziare il processo di “scuse formali e di avviare un processo di giustizia riparatoria”. Tutto ciò, a pochi giorni prima della sua incoronazione a Londra.

La lettera

I rappresentanti di Antigua e Barbuda, Aotearoa (Nuova Zelanda), Australia, Bahamas, Belize, Canada, Grenada, Giamaica, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia e Saint Vincent e Grenadine hanno firmato la lettera. Quest’ultima è intitolata “scuse, riparazione e rimpatrio di manufatti e resti“. La lettera fa notare che Carlo ha detto ai capi di governo del Commonwealth, riuniti nel giugno 2022, che riconoscere i torti del passato. Ma una dichiarazione ufficiale non è stata mai data.

I firmatari chiedono al re di impegnarsi immediatamente a discutere di risarcimenti. Questo in particolare per “l’oppressione dei nostri popoli, il saccheggio delle nostre risorse, la denigrazione della nostra cultura e di ridistribuire la ricchezza su cui si basa la corona ai popoli a cui è stata rubata”. In particolare, è stato richiesto il rimpatrio dei resti umani e manufatti, rimasti nei musei e nelle istituzioni britanniche.

La lettera afferma che la sottrazione dei manufatti è avvenuta attraverso “centinaia di anni di genocidi, schiavitù, discriminazioni, massacri e discriminazioni razziali da parte delle autorità autorizzate dalla protezione della corona britannica”.

A cura di

Rachel Anne Andres Rialo

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