
Uganda, approvata nuova legge contro le persone LGBTQ+
Il parlamento ugandese ha approvato un nuovo disegno di legge che criminalizza gli “atti omosessuali”, meno estremo di quella approvata lo scorso marzo. Ancora non firmato dal presidente
L’Uganda, paese dell’Africa orientale che conta 45 milioni di abitanti, ha approvato un nuovo disegno di legge che criminalizza il comportamento delle persone appartenenti alla comunità LGBTQ+. Il testo è una nuova versione di quello che era stato precedentemente avanzato lo scorso marzo dal parlamento, ma poi non firmato dal presidente ugandese, Yoweri Museveni.
Nuova legge, meno estrema ma più discriminatoria
A differenza del precedente, il nuovo disegno di legge non criminalizza il fatto di identificarsi come gay, lesbiche, bisessuali, trans, queer o persone non binarie, ma va a punire i rapporti omossessuali con pene fino a cinque anni di carcere e, in alcuni casi, anche la pena di morte. Per diventare legge, il testo dovrà passare sotto le mani del presidente, il quale dovrà firmarlo.
In passato, Museveni si era espresso in posizioni discriminatorie verso la comunità LGBTQ+, ma nonostante questo, il presidente aveva respinto il disegno di legge approvato a marzo, perché molto criticato da organizzazioni umanitarie e da alcuni governi stranieri. Nello specifico, Museveni aveva chiesto al parlamento di fare una distinzione tra le persone che appartengono ad una minoranza sessuale e quelle che compiono “atti omosessuali”.
Il nuovo disegno di legge è meno estremo per certi aspetti, ma comunque discriminatorio, più che nella maggior parte degli altri paesi del continente africano: si va infatti a punire con la reclusione in carcere atti omosessuali, prevedendo la pena di morte in caso di rapporti sessuali ripetuti nel tempo tra persone dello stesso sesso, di cui almeno una positiva all’HIV.
Al presidente l’ultima parola
Il testo ha trovato l’approvazione del parlamento ugandese con un solo voto contrario. Adesso il presidente Museveni ha 30 giorni di tempo per firmarlo, ma potrebbe nuovamente respingerlo: in questo caso il parlamento potrebbe, però, scegliere di approvarlo ugualmente con una maggioranza dei due terzi.
Se il presidente avesse firmato il disegno di legge approvato a marzo, l’Uganda sarebbe diventato il primo paese africano a vietare e punire con una pena massima di 20 anni di carcere il solo fatto di identificarsi gay, lesbiche, trans, bisessuali, queer o persone non binarie, cioè coloro che non si identificano né nel genere maschile né in quello femminile, rifiutando la concezione binaria del genere.
a cura di
Andrea Bocchini