Il teatro Bolshoj cancella per sempre il balletto su Nureyev: “propaganda lgbt”

Il teatro Bolshoj cancella per sempre il balletto su Nureyev: “propaganda lgbt”

Aprile 21, 2023 0 di Matteo Cantergiani

Teatro Bolshoj, l’opera di Kirill Serebrennikov non potrà più essere vista dal pubblico, troppo “scomoda” per essere mandata in scena.

Il Teatro Bolshoj di Mosca ha deciso di ritirare dal suo repertorio il balletto Nureyev del regista Kirill Serebrennikov ispirato alla storia del ballerino apertamente gay che nel 1961 abbandonò l’Urss e morì d’Aids nel 1993. Sono state rare le volte in cui questo spettacolo è andato in scena e probabilmente ad ora, grazie alla nuova legge, non lo rivedremo mai più.

Le motivazioni e la legge

Come anticipato e come anche spiegato dal direttore del teatro Vladimir Urin, è la nuova legge sulla “propaganda lgbt” la motivazione della cancellazione. Se prima il divieto di “promuovere” le “relazioni sessuali non tradizionali”, imposto già dal 2013, valeva soltanto tra i minorenni, da dicembre si applica a tutte le età e a tutti i media: cinema, teatro, letteratura, arte e musica.

Figure scomode in uno spettacolo che non ha mai trovato fortuna

La realtà dei fatti può essere anche interpretata come leggermente diversa in questo caso specifico. Questo perché la legge stavolta ha tutta l’aria di essere stata un comodo pretesto. Il balletto coreografato da Serebrennikov non ha mai avuto fortuna.

Troppo scomodo il protagonista, Nureyev, omosessuale e ribelle: un “disertore pederasta“, come veniva chiamato all’epoca della sua fuga in Francia nei documenti del Partito comunista e del Kgb. In piena Guerra Fredda tradì il regime sovietico e chiese asilo politico in Occidente, dove conquistò fama internazionale prima di morire di Aids nel 1993 a 54 anni.

E non è da meno anche lo stesso regista Serebrennikov, noto per lavori sul grande schermo e sul palco che prendono di mira il conservatorismo della società russa e l’autoritarismo del potere, nonché ex direttore del “Centro Gogol” di Mosca che, sotto la sua guida, era diventato un punto di riferimento culturale per i moscoviti più liberali e progressisti.

La prima del 2017

Nel 2017, quando la prima dello spettacolo era stata rimandata, Serebrennikov era stato sentenziato a due anni ai domiciliari per un’accusa di appropriazione indebita. L’accusa inverosimile e la cancellazione infondata, fecero protestare il mondo della cultura, che urlò allo scandalo per la censura. Alla fine fonti vicine al ministero della Cultura confermarono che, dietro al rinvio, c’erano i timori di propaganda di valori sessuali non tradizionali”. Un mese dopo l’annullamento della produzione Serebrennikov fu posto ai domiciliari e costretto a dimettersi dalla direzione del Centro Gogol.

Il 10 dicembre 2017 si tenne finalmente lo spettacolo, ma senza Serebrennikov, ancora ai domiciliari.
E senza la celebre foto di Nureyev nudo, firmata da Richard Avedon, che da copione sarebbe dovuta apparire sullo sfondo. Dopo di che, il balletto è andato in scena l’ultima volta nel gennaio 2021.

L’ennesimo annullamento, il più recente

L’anno scorso fu nuovamente annullato dopo che Serebrennikov, intanto esiliato all’estero, aveva criticato l’offensiva russa in Ucraina diventando a sua volta un “traditore della patria”. Tanto che il mese scorso il Bolshoj ha cancellato anche un’altra produzione del regista: il balletto “Un eroe del nostro tempo” ispirato al romanzo di Mikhail Lermontov che avrebbe dovuto debuttare a maggio.

La rimozione dal repertorio

Martedì 18/04 arriva l’annuncio della rimozione definitiva dello spettacolo. Per di più nell’anno in cui ricorrono i 30 anni dalla morte e gli 85 dalla nascita del “tataro volante” (balletto che rese celebre Nureyev). Anniversario che invece ad Ufa, la città d’infanzia di Nurajev, è stato omaggiato.
Il caso vuole anche che questo tragico annuncio arrivi quasi in concomitanza con la condanna da parte del parlamento europeo, di retorica anti lgbt, verso l’Italia.

a cura di
Matteo Cantergiani

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