
Concessioni balneari: l’UE minaccia ancora l’Italia con sanzioni
La Commissione europea chiede all’Italia di garantire la concorrenza e la trasparenza nelle procedure di gara per le concessioni balneari, minacciando sanzioni in caso di mancato rispetto della direttiva Bolkestein. Il governo italiano cerca una soluzione, ma si registrano divergenze di vedute all’interno del paese
L’Unione Europea imporrà una sanzione all’Italia a causa dell’assenza di soluzioni per il problema delle concessioni balneari, che torna al centro del dibattito tra Roma e Bruxelles. La Commissione europea esorta il governo italiano a trovare urgentemente una soluzione per garantire la concorrenza, la trasparenza e l’imparzialità delle procedure di gara. Dall’altro lato, il governo italiano cerca di salvaguardare gli imprenditori del settore.
A febbraio 2023 il governo Meloni ha di nuovo rimandato la scadenza delle concessioni posticipando la data di un anno, dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024.
La reazione dell’UE
L’UE ha però ripreso la questione in mano e a breve potrebbe inviare una comunicazione contenente un “parere motivato” che chiede al governo italiano di allinearsi alla direttiva Bolkestein entro due mesi.
Fonti dell’Unione Europea hanno sottolineato che la questione “deve essere risolta urgentemente” e che il governo italiano deve presentare proposte rapidamente. Bruxelles sta pressando il governo italiano per esaminare la documentazione. In caso di mancato rispetto delle scadenze, potrebbe arrivare una sanzione consistente insieme a un deferimento. L’ultimatum in arrivo dall’UE è infatti chiaro: la questione va risolta in tempi brevi, quantificati in due mesi.
La direttiva Bolkestein
La direttiva Bolkestein, emessa nel 2006, prende il nome da Frits Bolkestein, commissario europeo per il mercato interno all’epoca. Riguardante i servizi nello spazio dell’UE, inizialmente venne respinta per la sua vasta portata, ma venne poi completamente riscritta. Il nuovo testo mira a rendere l’accesso ai mercati europei il più possibile libero e de-regolamentato, con l’obiettivo di agevolare la circolazione dei servizi all’interno dell’Unione Europea.
Le opinioni riguardo la direttiva sono sempre state contrastanti: c’è chi ritiene che consegnerebbe solo le spiagge italiane alle multinazionali, c’è chi invece sostiene che sia l’applicazione di un principio democratico e di buon senso contro un meccanismo di privilegio.
La situazione dell’Italia
Il ministro Raffaele Fitto è incaricato del caso e la questione potrebbe diventare ancora più complicata del previsto. Infatti, Palazzo Chigi ha confermato che l’Italia è pronta ad attivarsi in tempi brevi per approvare il testo e per adeguarsi alle direttive, ma anche che c’è totale divergenza di vedute sia all’interno di Fratelli d’Italia, sia all’opposizione.
Tuttavia, qualche segnale positivo c’è. La settimana scorsa, la premier Giorgia Meloni ha incontrato il commissario europeo Thierry Breton e ha manifestato la volontà di anticipare la scadenza delle concessioni balneari, ora prevista per il 31 dicembre 2024.

In ogni caso giovedì è attesa una decisione della Corte di Giustizia di Lussemburgo, alla quale il Tar della Puglia si era rivolto per chiarire alcune questioni sull’applicazione della direttiva. Con la nuova sentenza, si saprà se c’è un spazio di compromesso per l’attuazione della Bolkestein.
a cura di
Elena D’Ercole