Sudan, scoppiata una guerra civile

Sudan, scoppiata una guerra civile

Al momento, in Sud Sudan è in corso una lotta di potere tra diverse fazioni militari. In particolare, sono avvenuti scontri tra l’esercito regolare e i paramilitari delle Forze di sostegno rapido (Rsf). Il controllo del palazzo presidenziale e dell’aereoporto a Khartoum non è stato ancora definito a seguito delle rivendicazioni di entrambe le parti.

Mercoledì è scoppiata una lotta all’interno della giunta militare. Al momento, la disputa sta avvenendo fra due fazioni: i paramilitari delle Forze di sostegno rapido (Rsf), un gruppo di milizie, che sostengono l’ex signore della guerra Gen Mohamed Hamdan Dagalo, noto anche come Hemedti. Mentre le forze armate sudanesi sostengono generalmente il Gen Abdel Fattah al-Burhan, il governatore de facto del Sudan.

La tensione tra le due fazioni era già presente da anni. Il fallimento dei tentativi di transizione verso un’amministrazione democratica, dopo la destituzione del dittatore Omar al-Bashir del 2019, ha portato verso un’esplosione di violenza. Il portavoce dell’Esercito Nabil Abdallah, riporta che l’esercito regolare sta facendo del suo meglio per proteggere il paese. Intanto però, a causa degli scontri, i civili ne subiscono le conseguenze. Per ora si contano tre vittime e almeno nove feriti, da quando è iniziata la lotta civile. Due persone sono rimaste uccise all’aeroporto di Khartoum mentre un’altro civile è morto a El Obeid, a sud della capitale.

Le linee di rottura che hanno portato allo scontro

Sin dalla rivolta in Sudan del 2001, il desiderio dei civili di ottenere la supervisione militare e l’assorbimento delle Rsf nelle forze armate regolari è stato una delle principali fonti di attrito. Inoltre, i civili hanno chiesto il trasferimento di preziose partecipazioni militari nel commercio, nell’agricoltura e in altri settori. Questi beni sono una fonte vitale di finanziamento per un esercito che spesso affida le operazioni di combattimento alle milizie locali.

La ricerca di giustizia per le accuse di crimini di guerra commessi dall’esercito e dai suoi alleati nella guerra del Darfur nel 2003 è un’altra fonte di disaccordo. Bashir e altri sudanesi sospettati chiedono che i componenti dell’Esercito vengano processati dalla Corte penale internazionale.

Nel giugno 2019, alcuni militari sono stati coinvolti nell’uccisione di manifestanti pro-democrazia e anche in questi casi si sta cercando di fare giustizia. I ritardi delle indagini governative hanno fatto infuriare attivisti e organizzazioni civiche. Chiedono inoltre giustizia per gli almeno 125 manifestanti uccisi dal personale di sicurezza dopo il colpo di Stato del 2021.

A cura di

Rachel Anne Andres Rialo

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