È morta Lucy Salani, unica trans sopravvissuta all’Olocausto

È morta Lucy Salani, unica trans sopravvissuta all’Olocausto

Marzo 23, 2023 0 di Andrea Bocchini

Fu deportata a Dachau nel 1944. È morta a quasi 99 anni. “Fui sempre discriminata, ho visto l’orrore, morii già in quel campo di concentramento”

È morta Lucy Salani, a quasi 99 anni. Unica transessuale italiana sopravvissuta ai lager nazisti durante il secondo conflitto mondiale. A darne notizia è il fondatore dei Sentinelli, e consigliere regionale lombardo, Luca Paladini.

Nata come Luciano Salani, a Fossano, nel 1924, era cresciuta a Bologna come uomo omosessuale. Antifascista, dopo aver disertato sia l’esercito fascista italiano che quello nazista, venne deportata nel campo di concentramento di Dachau, nel 1944.

Tante le persone che si stringono a Lucy, in messaggi di addio che si leggono sul sito Facebook “I sentinelli di Milano”: “Lucy Salani non c’è più. Lucy e il suo quasi secolo di vita. Lucy e i campo di concentramento. Lucy orgogliosamente trans. Lucy persone libera. Lucy tesserata dei Sentinelli. Lucy una di noi”.

“Non dimenticheremo il suo coraggio e la sua lotta per la libertà. Le sia lieve la terra”, scrive su Facebook la Dem, Pina Picierno, vice presidente del Parlamento europeo.

La sua storia

Io sono già morta a Dachau, tutto quello che ho vissuto dopo è stato un miracolo, anche se per via della mia identità sono stata sempre discriminata. Ho visto l’orrore vero. Non si può dimenticare”. Queste le parole di Lucy in un’intervista rilasciata alla Stampa, nel gennaio 2022.

98 anni, donna trans più anziana d’Italia, Lucy Salani era nata nella piccola provincia di Cuneo, a Fossano, ma da tempo viveva nella sua amata Bologna.

Sopravvissuta agli orrori dell’Olocausto, ha raccontato la sua esperienza al quotidiano d’opinione La Ragione – le ali alla libertà, in occasione della Giornata della Memoria.

Essere omosessuale in Italia, ai tempi del fascismo “significava correre il rischio continuo di essere picchiati, umiliati, come hanno fatto con un mio amico a cui hanno messo il catrame nel sedere. Ma questa virilità ostentata – continua Lucy – era tutta una pagliacciata ipocrita, perché alla fine molti di loro volevano venire con noi per poi minacciarci quando erano in gruppo”.

L’orrore nazista

Il campo di Dachau rappresenta per Lucy l’inferno in terra. “Il male è la discriminazione che genera l’odio. Il male è l’ignoranza che non fa porre le domande al popolo e gli fa credere a una propaganda che genera solo paura e orrore”.

Nonostante l’orrore vissuto, Lucy non è mai più riuscita a odiare, neppure i suoi aguzzini nazisti. “Non riesco a essere come loro. Quando hanno liberato il campo, qualcuno mi ha proposto di uccidere qualche nazista. Io non l’ho fatto, non sono come loro”.

L’orrore, la disperazione, la fame, l’annientamento, l’umiliazione, la detenzione, il disgusto. Speravo tanto che ci bombardassero, per mettere fine a tutto questo. Appena arrivati ci hanno denudati, pelati e disinfettati, dicevano loro. Disinfettati con la creolina. Un brucione bestiale! La pelle se ne veniva via il giorno dopo. Se avevi un po’ di carne addosso vivevi, altrimenti era già condannato. E concludendo “Quello che ho visto nel campo è stato spaventoso, non si dimentica più”.

Parole forti, parole che servono a ricordare e farci capire di cosa gli uomini siano capaci, ma soprattutto che, nonostante il tempo che passa e passerà, non ci si deve dimenticare nulla.

Lucy non c’è più, ma la sua voglia di libertà vivrà per sempre.

a cura di
Andrea Bocchini

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