Polonia, attivista condannata per aver dato pillole abortive a donna incinta

Polonia, attivista condannata per aver dato pillole abortive a donna incinta

Justyna Wydrzyńska è stata condannata ai servizi alla comunità per aver mandato pillole abortive ad una donna, vittima di abuso domestico.

Otto mesi di servizi alla comunità sono stati dati all’attivista Justyna Wydrzyńska, un membro di Abortion Dream Team (ADT), un gruppo per i diritti dell’aborto in Polonia. La donna in tribunale ha affermato di aver mandato pillole abortive ad una vittima di abuso domestico che si era rivolta alla pagina Facebook di ADT. La sentenza da parte della corte polacca non sorprende, in quanto quest’ultimo e Malta sono gli unici paesi europei ad avere leggi fortemente restrittive in materia di aborto.

La Polonia permette legalmente la fine di una gravidanza solo in casi estremi. Questi sono l’incesto, lo stupro o quando la salute fisica della madre è compromessa. Inoltre, non solo l’aborto in casi al di fuori di quelli indicati è illegale, ma anche aiutare una donna nell’atto lo è.

Un caso emblematico in un paese prettamente cattolico

In Polonia, l’aborto era accessibile gratuitamente sotto il regime comunista. Ciò è cambiato a partire dal 1993, quando forti restrizioni sono state applicate ai diritti dell’aborto. In particolare, nel 2021 il termine di una gravidanza è stato concesso, appunto, solo per casi estremi. Bisogna far notare che il paese punisce severamente solo chi pratica l’aborto su altri, non chi lo pratica sulla propria persona. ADT, che cerca sempre di operare nei limiti della legge, ha aiutato più di 9,000 persone in Polonia, solo nel 2022.

Le parole dell’attivista

L’attivista ha dichiarato “Le pillole che avevo per uso personale e che ho mandato ad Ania (la donna aiutata da Justyna Wydrzyńska) sono il metodo più sicuro per terminare una gravidanza in Polonia”. Inoltre, ha aggiunto “Sapevo che Ania si trovava in una situazione disperata. Avevo le pillole per me stessa. […] Non mi sento in colpa. Dopo aver ascoltato i dettagli della situazione di Ania, in questa corte, sono ancora più convinta di aver fatto la scelta giusta“. Wydrzyńska ha dichiarato che farà appello contro la sentenza.

A cura di

Rachel Anne Andres Rialo

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