
Aviaria: un’emergenza sanitaria da non sottovalutare
Emergenza al nord per l’aumento dei contagi di aviaria con 79 casi positivi confermati fra gli uccelli selvatici. Pericolo di contagio anche per gli allevamenti
Continua ad essere preoccupante il caso dell’influenza aviaria a livello globale che sta destando sospetto tra la comunità scientifica internazionale. I dati epidemiologici del Centro di Referenza nazionale ed europeo per l’aviaria presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVE) parla chiaro. Evidente è l’aumento dei contagi al virus H5N1 fra gli uccelli selvatici. La preoccupazione si estende inoltre alla possibilità che quest’ultimi possano trasmettere il virus anche agli allevamenti avicoli. Gli animalisti chiedono quindi di ridurre gli allevamenti intensivi, per diminuire il rischio di contagio.
Nel frattempo tutti i Servizi veterinari regionali e gli Istituti Zooprofilattici italiani sono stati avvisati dal Ministero della Salute. La richiesta è quella di rafforzare il controllo dei volatili selvatici e di attuare delle misure di biosicurezza negli allevamenti.
Calogero Terregino, direttore del Centro di referenza per l’influenza aviaria, ha dichiarato che “i casi di H5N1 HPAI nell’avifauna interessano principalmente Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia“, zone ad elevata densità avicola che coincidono con le aree maggiormente colpite dal virus.
“Come Centro di referenza stiamo monitorando l’evoluzione dell’epidemia su tutto il territorio nazionale con estrema attenzione, per evitare che si verifichi una situazione come nell’inverno 2021-2022”.
Dal settembre 2022 sono stati confermati 79 casi positivi fra diverse specie di volatili: gabbiani, alzavole, germani e altri esemplari.
La situazione mette in allerta gli studiosi che hanno riscontrato nei paesi europei ed extra europei un aumento dei casi anche nel pollame e nei mammiferi selvatici. Sono stati inoltre segnalati dei rari casi di positività nei mammiferi domestici.
Il caso degli uccelli domestici invece è sotto controllo passando da 317 focolai nell’inverno del 2021-2022 a 30 nel settembre del 2022.
Resta comunque il primo dovere del settore avicolo, riformare le procedure di allevamento per prevenire il rischio di contagio del virus.
a cura di
Rebecca Puliti