
Cina, l’ex ministro degli esteri cinese Wang Yi (王毅) in visita in Europa
Nuova missione diplomatica per il capo della diplomazia del Partito Comunista Cinese Wang Yi (王毅) in Europa. Tra gli argomenti trattati con l’Italia c’è un eventuale rinnovo del memorandum d’intesa per la Nuova Via della Seta
Dal 14 al 22 febbraio 2023 l’ex ministro degli esteri cinese e capo della diplomazia del Partito Comunista cinese Wang Yi (王毅) sarà in trasferta in Europa per trattare di argomenti di grande rilevanza politica ed economica. Gli stati che lo riceveranno sono Francia, Italia, Ungheria e Russia. Inoltre, Wang Yi (王毅)parteciperà anche alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco in Germania insieme alla vicepresidente degli USA Kamala Harris. Questo incontro si rivelerà chiave per placare le tensioni nate dopo l’incidente del pallone-spia cinese in territorio statunitense.
Lo stesso ex ministro degli esteri cinese ha sottolineato l’importanza per il PCC di perseguire uno sviluppo pacifico. La sua visita non ha valore solo per le sue relazioni con la Russia e USA, bensì anche per due paesi occidentali che hanno un ruolo centrale per il nuovo progetto di politica estera cinese: La Nuova Via della Seta (一带一路). Si auspica, Wang Yi (王毅), una importante ripresa dei contatti tra Roma e Pechino che va ad anticipare la già programmata visita del premier Giorgia Meloni a Pechino per il G20 di Bali.
一带一路 La Nuova Via della Seta
La Nuova Via della Seta è un iniziativa della Repubblica Popolare Cinese per promuovere il miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i paesi dell’Eurasia. Anche chiamata BRI (Belt and Road Initiative) comprenderebbe diversi piani di adattamento strutturale, quali infrastrutture di trasporto o logistica, il tutto accompagnato da progetti rilevanti a livello giuridico. La Nuova Via della Seta, su carta, promette di portare benefici a livello economico e culturale promuovendo lo scambio people-to-people e commercio senza barriere.
Il memorandum d’intesa tra Italia e Cina
La prima testimonianza giuridica che si ha in Italia riguardante la BRI risale al 2019 ed è un memorandum d’intesa. Per natura, un memorandum è classificabile come fonte giuridica di soft law. In sostanza, il memorandum non ha valore giuridicamente vincolante perché si fonda sul consenso di ambo le parti mettendo enfasi sulla sovranità di ogni paese. Un approccio, quindi, informale o meno istituzionale, anche se i suoi effetti sono pratici e possono avere valenza giuridica.
Entro fine anno, il governo dovrebbe decidere se rinnovare o abbandonare il memorandum d’intesa e informare prontamente la Cina. Già dal governo Draghi si intuiva un allentamento delle misure pro-BRI e lo stesso premier Meloni ha ribadito più volte l’intenzione di uscire dall’accordo. L’incontro tra i due rappresentati di Cina e Italia servirebbe proprio alla Cina per tentare un rinnovo del documento, ancora unico nel suo genere per uno stato occidentale.
a cura di
Elisa Manzini