
Sanremo 2023: il coraggio delle donne iraniane
Durante la seconda serata, Pegah Moshir Pour e Drusilla Foer hanno portato sul palco dell’Ariston il coraggio delle donne iraniane contro il regime di Teheran.
La seconda serata del Festival di Sanremo ha visto protagonista un toccante monologo sull’Iran di Pegah Moshir Pour. Iraniana di origine, Pegah Moshir Pour è impegnata in prima linea nella divulgazione e nella denuncia delle violenze perpetrate dal regime di Teheran nei confornti di donne coraggiose, che da mesi stanno manifestando nelle piazze e nelle strade del paese. Ad accompagnare la giovane attivista, ritorna un’immensa Drusilla Foer, che nella passata edizione ha denunciato finemente il moralismo del quale il nostro paese continua a vestirsi.
In Iran non sarei potuta essere così vestita e truccata e non avrei potuto parlare di diritti umani da un palcoscenico. Perché sarei stata arresta o forse addirittura uccisa.
Un messaggio diretto, che porta il pubblico ad un’importante riflessione sul fatto che la libertà è, purtroppo, un privilegio di pochi. Il suo paese, dice Pegah Moshir Pour, sta lottando per riprendersi quella libertà negata con la forza. La lotta si intreccia poi con la musica, un diritto umano, come ci ricorda l’attivista.
Ed è sulle note di Baraye, canzone di Shervin Ajipour, simbolo delle proteste iraniane, che compare anche Drussila Foer. Le due donne si lanciano in un inno alla libertà, che parte dalla lotta dell’Iran ma che pian piano diventa sempre più globale. “Per la libertà”, ripetuto congiuntamente, suona come un mantra, da ripetersi, per non dimenticare mai il valore essenziale delle nostre vite.
a cura di
Luca Chieti