
Una nuova valuta per il Sud America?
Una rivoluzione contro l’imperialismo economico, politico e culturale degli Stati Uniti verso il Sud America
Il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva e il presidente dell’Argentina Alberto Fernández si sono incontrati per discutere della possibilità di una valuta comune tra le due nazioni, con lo scopo di ridurre, e nel lungo periodo possibilmente eliminare, la sottomissione degli stati sudamericani al dollaro americano.
Considerata la già preesistente cooperazione tra le due nazioni, le banche centrali brasiliane e argentine si unirebbero ed emetterebbero un’unica valuta, con l’obiettivo futuro di raggiungere tutte le nazioni sudamericane.
Alberto Fernández infatti dichiara che l’intento sarebbe:
“eliminare le barriere per i nostri scambi, semplificare e aggiornare le norme e incoraggiare l’utilizzo delle valute locali”.
“Abbiamo anche deciso di promuovere la discussione riguardante una valuta comune del Sud America, che possa essere utilizzata per flussi finanziari e commerciali, riducendo i costi di esercizio e la nostra vulnerabilità esterna”
Un progetto rivoluzionario
L’idea sarebbe quella di creare una valuta in modo tale che i paesi appartenenti al Mercosul (Mercado Comum do Sul, o ‘Mercosur’, in spagnolo) non debbano dipendere dal dollaro americano, considerata anche la difficoltà di alcune nazioni latino americane nell’accedere al dollaro.
Gli stati membri a pieno titolo del Mercosul attualmente sono Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, e gli stati membri associati sono Bolivia (candidato), Cile, Colombia, Ecuador e Perù.
Sarebbe dunque una vera e propria rivoluzione, che abbraccia una fetta enorme dell’America del Sud.
Il progetto era già stato presentato in campagna elettorale dal presidente nordestino, e in precedenza dall’attuale ministro delle finanze brasiliano Fernando Haddad and Gabriel Galípolo.
Un passo verso l’indipendenza
Questa proposta fa parte dei tanti passi che il Sud America sta compiendo verso un progressivo ma inarrestabile processo di indipendenza, per liberarsi dall’egemonia politica ed economica degli States.
Oltre che una mossa strategica a livello economico, questo cambio valuta comporterebbe una potente rivoluzione contro l’imperialismo economico, politico e culturale degli Stati Uniti d’America, che con la sua morsa continua a soffocare l’America del Sud.
Come il politologo Michael Parenti disse nel lontano 1986:
“These countries aren’t underdeveloped, they are overexploited”
(”Questi paesi non sono sottosvoluppati, sono sovrasfruttati”)
a cura di
Elisa D’Aprile