
Scoperti gli ingredienti miracolosi riguardo la chimica della mummificazione
Allo studio dei reperti, che hanno contribuito alla svolta delle conoscenze scientifiche, partecipa anche l’Università di Torino
La mummificazione, tecnica assai diffusa in Egitto per conservare i corpi, era impiegata dai nobili, ricchi e soprattutto dal sovrano e la sua famiglia. Gli imbalsamatori univano conoscenze di anatomia umana e chimica a rituali religiosi.
Molti dei processi che gli imbalsamatori applicavano erano già noti, ma solo recentemente sono stati rivelati quali componenti specifici si utilizzavano per questa raffinata pratica.

“Ciò che ci ha davvero sorpreso è che la maggior parte delle sostanze usate per l’imbalsamazione non proveniva dall’Egitto”, afferma l’archeologo dell’Università di Monaco Philipp Stockhammer. Quest’ultimo ha finanziato la ricerca con lo Starting Grant ricevuto dal Consiglio europeo della ricerca (Erc). Spiega poi l’archeologo che alcuni ingredienti vennero importati dalla regione del Mediterraneo, dall’Africa tropicale e persino dal Sud-est asiatico.
Lo studio dei reperti, che riscrive le nostre conoscenze sulla chimica della mummificazione, è pubblicato su Nature da un team internazionale a cui partecipa anche l’Università di Torino sotto la guida dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera e dell’Università di Tubinga in collaborazione con il Centro nazionale di ricerca del Cairo.

Tra gli elementi troviamo la resina di pistacchio
La scoperta del laboratorio di Saqqara, avvenuta nel 2016 vicino alla piramide di Unas, ha riservato agli archeologi molte sorprese. Ad esempio si è scoperto che la sostanza che gli egizi chiamavano ‘antiu’, e che solitamente veniva tradotta come “mirra”, è in realtà una miscela di ingredienti (come olio di cedro, ginepro e grassi di origine animale). I ricercatori sono riusciti a separarla con l’aiuto di tecniche quali la gascromatografia e la spettrometria di massa.
Cera d’api, olio di cedro, ginepro, bitume, gomma damar e resina di elemi: sono alcuni degli ingredienti reso questa mummificazione impeccapile dall’Antico Egitto.
L’antico laboratorio di imbalsamazione a Saqqara, è risalente alla 26esima dinastia (664-525 a.C.). Al suo interno sono stati trovati ben 31 recipienti di ceramica con residui delle sostanze in essi contenute e iscrizioni che ne riportavano il nome e le istruzioni per l’uso.
Il confronto delle sostanze identificate con le iscrizioni sui recipienti ha consentito per la prima volta di determinare esattamente quali ingredienti sono stati utilizzati per imbalsamare specifiche parti del corpo. La resina di pistacchio e l’olio di ricino, ad esempio, venivano impiegati solo per la testa del defunto, mentre altre miscele venivano usate per lavare il corpo o ammorbidire la pelle.
a cura di
Eleonora Maria Cavazzana