
Brexit: la maggioranza vuole tornare in UE
A distanza di tre anni dall’uscita dello UK dall’Unione Europea, ad oggi le statistiche di un sondaggio confermano che la maggior parte dei cittadini vuole rientrare in UE.
Oggi nel Regno Unito è il terzo anniversario dal Brexit, e gli economisti britannici credono che sia il momento di fare la resa dei conti sugli effetti che ne sono conseguiti, mettendo da parte gli effetti della Guerra in Ucraina e del Covid.
Il sondaggista John Curtice afferma che il 57% delle persone è a favore del rientro in Unione Europea, e solo il 43% vuole rimanerne fuori, mentre il 49% pensa che il Brexit indebolisca l’economia.
Le conseguenze del Brexit sono abbastanza chiare. Nel corso di questi ultimi anni c’è stata una diminuzione del 4% della produttività a lungo termine rispetto all’UE, e l’Ufficio per la responsabilità di bilancio prevede che l’inflazione e i prezzi dell’energia siano decisamente più alti se messi a confronto con quelli dell’Unione Europea. Inoltre, c’è stato un significativo aumento dei pezzi dei prodotti alimentari che arriva sino al 6%, e a rimetterci sono i cittadini. Anche la produzione di automobili non è mai stata così bassa dal 1950.
Per ora l’unico paese che potrebbe far cambiare le cose sono gli Stati Uniti, nel caso in cui venisse stipulato un accordo commerciale favorevole. Nel mentre che il governo britannico afferma che l’accordo australiano aumenterà il PIL di meno dello 0,1% all’anno entro il 2035, per ora è previsto che nei prossimi anni il PIL si ridurrà del 4%, con la conseguente perdita di 110 miliardi di sterline Infatti, questo rischio inizia ad avere conferme dalla Banca d’Inghilterra la quale ha giò indicato il futuro calo della produzione nazionale, la quale sarà pari al 4%. Il Regno Unito è l’unica economia del G7 che deve ancora recuperare la situazione pre-pandemica e la stampa del Brexit non potrà rimanere a tacere al riguardo ancora per molto.
A cura di
Morena Kercuku