
Un progetto di beneficenza tra le pagine di un libro, quello di Letizia Breccia
Letizia Breccia ha esordito da poco con il suo primo libro: “La gente come noi non molla mai” edito da Amazon e disponibile in formato cartaceo. Dietro questo libro, in realtà, si nasconde un bellissimo progetto di beneficenza, l’intero ricavato infatti verrà devoluto all’Istituto Nazionale tumori di Milano, reparto di ginecologia.
L’idea di Letizia era quella di raccontare la sua vita per celebrarne il valore al di là della morte, delle persone e delle cose che possiamo perdere lungo il nostro cammino, ma che in realtà, tenendole vive non ci lasceranno mai. Ecco perché Letizia ha scelto di raccontarsi e di raccontare a tutti noi, quanto è importante credere nei nostri sogni e circondarsi di persone che allo stesso tempo credano in noi: famiglia, amici, amori.
Abbiamo fatto “4 chiacchiere” con lei…
L’INTERVISTA
Ciao Letizia “La gente come noi non molla mai” è il tuo primo libro ed è uscito da poco, ci racconti com’è nata l’idea del titolo, che di per sé è una frase che racchiude molti significati?
Ciao a tutti e grazie per questa intervista, ma sopratutto grazie per aver condiviso con me questo immenso progetto. La gente come noi non molla mai è il titolo del mio libro ma è anche il murales che fronteggia l’Istituto nazionale tumori di Milano. Era il 27 ottobre del 2019, la prima operazione di V. Ero partita alle 2 di notte da Perugia per arrivare a Milano la mattina presto e darle il mio abbraccio e delfino porta fortuna prima dell’operazione. Arrivai la mattina verso le cinque e mezza, ed il parcheggio era quasi vuoto.
Spensi la macchina in fretta e furia perché mi ricordo che mi avevano chiamato i suoi dicendomi che la stavano per portare via. Corsi tanto, feci tutti i 5 piani di scale a piedi e arrivai puntuale. Giusto il tempo di salutare i suoi, che la vidi davanti a me. Le misi il mio delfino vicino e un semplice abbraccio, le dissi solo ‘’ci vediamo dopo’’.
Finito il momento dei saluti, dovevo tornare alla macchina per pagare il parcheggio. Quindi tornai indietro, e con le prime luci del mattino appena uscita dall’ospedale, vidi davanti a me questa mega scritta, ‘’La gente come noi non molla mai’’, feci la foto col cellulare. Nel frattempo era uscito il sole, ho visto il murales e mi sono sentita forte, da li è nata poi la consapevolezza che certa gente davvero non molla mai, specialmente le donne
Parlando sempre di sensazioni, cos’hai provato il giorno in cui hai visto il tuo libro online, disponibile su Amazon, quali sono stati i primi pensieri?
Quando il libro e’ uscito ufficialmente su Amazon mi trovavo al lavoro. Avevo appena scelto un abito con la sposa che piangeva e festeggiava con la sua famiglia, io guardai le notifiche al volo sul telefono e vidi i messaggi che mi ufficializzavano l’uscita del libro. Quindi piansi di colpo anche io.
Lo ricordo come il giorno più dolce-amaro di tutto questo percorso. Perché se da un lato ero contentissima della pubblicazione del libro, dall’altro è stato come lasciare andare tutto quel dolore, tutti questi pensieri in un colpo solo. Un click e sei dentro casa di chiunque. Mi sono sentita un po’ svuotata e inizialmente mi ha fatto paura.
Ho realizzato il tutto una settimana dopo, quando ho ricevuto la mia copia con me tra le mani e ho riletto il libro tutto d’un fiato. E ci ho rivisto subito me e Vittoria in giro per il mondo. Sul finale scrivo ‘’ci ho messo il cuore dentro questo mio progetto’’ e tutto questo ad oggi fa molto meno paura, e la verità è che mi sento meno sola.

Scrivere un libro e metterci dentro tutta te stessa è stato un processo difficile o, al contrario, per te è stato semplice raccontare la tua vita e le tue esperienze, ma soprattutto i tuoi legami…
Scrivere per me è stato tutt’altro che semplice. Non sono una scrittrice e mai nella vita avrei pensato di dar vita ad un piccolo romanzo con la forza di spaccare il mondo. Ci sono stati giorni in cui scrivere mi faceva male, procurava dolore al dolore e altri dove scrivere mi faceva bene e ricordare mi faceva tornare la voglia di continuare a sognare. Non ho scritto tutto di getto. Ci sono stati mesi dove ero cosi arrabbiata con la vita che non ne volevo più sapere neanche dei capitoli già scritti.
Poi un giorno parlando al telefono con Claudia mi disse: “Quando scrivi non pensare alla gente a cui non gliene fregherà niente di quello che hai da raccontare, ma scrivi pensando a chi aiuterai con questa storia” Quindi ho preso forza e ho provato a raccontare le cose che sentivo e non ho più pensato ai giudizi e hai preconcetti, ma ho pensato che avere una storia da raccontare è qualcosa di speciale se lo fai con la voglia di aiutare.
C’è una frase a cui sei particolarmente legata e perché?
Ci sono molte frasi a cui sono legate e che mi fanno emozionare. Se penso a Vittoria ce n’è una semplicissima che tengo stretta al cuore: “Io ed il mio bruttissimo vizio di rubarti le coperte, e tu il tuo costante vizio di lanciare i vestiti sul divano. ‘’.
Io quando leggo questa frase ho un forte buco nello stomaco, perché di frasi belle e significative ne ho scritte diverse, ma queste parole mi riportano alla vita normale, che è la cosa che mi manca di più oggi e che faccio fatica ad accettare di non poter più rivivere con lei.