
Quattro chiacchiere con… Jole Lorenti
S’intitola “Tieni a cuore il rumore” il nuovo romanzo di Jole Lorenti, una giovanissima autrice calabrese che, in soli due anni, ha pubblicato due libri editi entrambi dalla casa editrice New Book Edizioni. Per Jole, scrivere ha sempre significato, per lei, andare oltre, quasi allo stesso modo in cui riesce a farlo viaggiando: infatti, solo con una valigia tra le mani, consapevole di quello che la sta aspettando, si sente davvero libera.
Tieni a cuore il rumore è dedicato a tutti quelli che sentono il chiasso dentro, che non riescono a farne a meno, che cercano di tornare a casa senza farsi male e senza perdere sé stessi. Per quelli che non vogliono mettere in ordine nulla, ma sanno quando è il momento di restare o semplicemente per quelli che, con il cuore in mano, credono ancora che possa avvenire qualcosa di bello.
Ecco le nostre “4 chiacchiere” con Jole Lorenti
Due romanzo in due anni, quando hai deciso che questa sarebbe stata la tua strada e come è cambiata Jole Lorenti da “Vale solo l’amore” a “Tieni a cuore il rumore”?
Non c’è stato un momento esatto in cui io abbia deciso che dovessi scrivere o diventare una scrittrice, se così mi si voglia definire. La scrittura ti accade e basta, come molte altre cose nella vita, ma senza che tu la scelga. È lei che sceglie te, è una strada non sempre facile, ma sicuramente molto soddisfacente quando riesci a condividere ciò che ami con altre persone. Ciò che è davvero cambiato è la consapevolezza che ho di me stessa e delle storie che voglio creare. Quando ho scritto Vale solo l’amore non avevo mai avuto nessun tipo di approccio con la prosa narrativa, oggi, dopo due romanzi, posso dire che mi sento cresciuta sotto questo punto di vista. A livello personale sono la solita sognatrice.
Parliamo di “Tieni a cuore il rumore”, ci racconti un po’ il suo percorso dall’idea della trama, alla stesura fino alla pubblicazione? Hai mai avuto il famoso “blocco dello scrittore” e se sì, come lo hai superato?
Tieni a cuore il rumore nasce prima della pubblicazione di Vale solo l’amore. Come dico spesso, Arianna mi ha sussurrato all’orecchio la sua storia ed io l’ho semplicemente trascritta. La trama è nata di getto, in modo molto fluido e spontaneo, anche perché ho scritto questo romanzo in pieno lockdown e, usandolo come via di fuga, non è stato difficile creare una storia.
Non ho mai avuto un blocco vero e proprio, ma ritengo che l’unica soluzione possibile sia scrivere comunque, fin quando quello che scrivi non raggiunge una forma soddisfacente.
Si dice spesso che scrivere sia una terapia per l’anima e che la scrittura sia in grado di curare, per te cosa rappresenta e quali ferite ti ha curato?
Scrivere è certamente una terapia per l’anima, ti aiuta a rimettere insieme dei pezzi caotici che fluttuano nell’aria senza senso ed ordine. Io mi sono rifugiata nella scrittura in ogni mio periodo difficile, ma anche in quelli più felici. Sicuramente ha rimesso a posto qualcosa che si era incrinato dopo alcune vicende familiari non piacevoli, quando scrivi qualcosa e leggi le tue emozioni nero su bianco, allora, le affronti, capisci che sono reali e questo ti porta a riconoscerle e superarle.
Ci lasci con una tua frase preferita tratta dal tuo ultimo romanzo? E se ti va, raccontaci anche perché lo è.
«Potrebbe caderti un tetto sulla testa e tu continueresti a ballare sull’unica porzione di pavimento rimasta. E sei bellissima. Perché sei forte.»
La mia frase preferita è sicuramente questa.
Quando l’ho scritta volevo che gli altri capissero quanta forza si nasconda dentro loro stessi, è importante esserne consapevoli per non farsi trovare impreparati. La vita ci riserva qualche ostacolo, è giusto, ma è ancora più giusto tirare fuori la propria grinta e combattere.
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