
Quattro chiacchiere con… Guglielmo Fineschi
È disponibile il nuovo brano del cantautore Guglielmo Fineschi “A piedi scalzi”, una canzone autobiografica che parla dell’overthinking e dell’instabilità mentale che ti crea. Pensi fino a impiccarti coi tuoi stessi pensieri, dei macigni sempre più pesanti e difficili da portare con sé, che ti portano via il sonno e prendono forma sotto uno strato di nebbia che ti separa dal mondo che ti circonda.
Quanti di noi si trovano giornalmente a fare i conti con la propria mente? Quando ti trovi nel letto e vorresti solo spegnere tutto ma il cervello non ne vuole sapere? Nel suo brano, il nostro Guglielmo, fa proprio riferimento a quei pensieri che ci corrodono l’anima quando ci ritroviamo da soli con noi stessi… pensando agli sbagli fatti, il lavoro inesistente, gli alti, i bassi e i passi falsi.

Ciao Guglielmo! È da poco disponibile il tuo ultimo brano “A piedi scalzi” in cui parli dell’overthinking e dell’instabilità mentale che ti crea. Le tue canzoni nascono da esperienze autobiografiche?
Ciao! Non sempre. In questo caso sì è nata prima come terapia e poi come canzone. Ogni brano ha una storia e una genesi a sé. Ho scritto canzoni di denuncia sociale, autobiografiche, altre ancora prendono vita da film che insceno nella mia testa.
Poni l’attenzione su un argomento molto delicato ma comune a tutti noi. Quanto possono corrodere i pensieri? C’è un modo per andare oltre e riprenderci la nostra vita?
Fino a farti impazzire. Ti accorgi di aver oltrepassato il limite quando è già troppo tardi e ti ritrovi a pulire il casino che hai combinato. Trascrivere i pensieri su carta, è catartico. Un altro consiglio che dò, a chi ha un carattere migliore del mio, è di aprirsi con una persona che vi vuole bene. Più li tenete dentro e più marciscono. Credo che si possa gestire, ma non si possa eliminare, ma piano si impara a conviverci.
Il tuo sound particolare, a metà strada tra influenze rock e cantautorato italiano. Quali sono gli artisti o i generi che ti hanno accompagnato in questa crescita artistica? Ti piace sperimentare?
Non saprei da dove iniziare. Sono stato influenzato dai Guns N’ roses, i Nirvana, i Pearl Jam, i sum 41, gli Offspring, I Green day, I 30 Seconds to Mars (degli inizi), I Linkin Park, M. Manson, Rino Gaetano, Articolo 31. Mi piace moltissimo. Sperimentare è essenziale affinché riesca a distinguermi in ogni brano. La lingua italiana pone una grande barriera di fronte alla musica rock, ma al tempo stesso, questo genere offre un ventaglio molto ampio di possibilità per impiegare soluzione alternative. La fatica è tanta, ma è molto stimolante.
Hai progetti per il futuro? Ti piacerebbe suonare su palchi importanti?
Vorrei fare uscire il mio primo album l’anno prossimo, quest’anno sto dando qualche assaggio del progetto. Il mio obiettivo principale è di riuscire a portare la mia musica sul palco di Sanremo giovani. In passato ho provato e fallito, speriamo quest’anno sia la volta buona.